sabato 27 agosto 2011

Oasi da salvare

Articolo pubblicato sull’edizione del 5/08/11 del quotidiano “Il Centro” con il titolo “Torrente Vallelunga di Pescara, foce e pineta da salvaguardare”.

In coincidenza con il preoccupante rapporto della goletta di Legambiente sullo stato del mare in Abruzzo, da cui l’assenza o il cattivo uso dei depuratori sarebbe la principale causa d’inquinamento, ho notato che da alcuni giorni una perdita fognaria si riversa nel torrente Vallelunga al di sotto del ponte di viale Primo Vere, in quella che dovrebbe essere l’area marina dell’ampliata Riserva Naturale della Pineta Dannunziana. L’incuria in cui versa la foce del torrente dà ragione a quanti da tempo lo considerano una fogna, sebbene la differenza di colore e odore tra il corso d’acqua e lo scarico sia innegabile. Ho segnalato il problema a Corpo Forestale dello Stato e Capitaneria di Porto con la speranza che sia stato già risolto. Il fatto che le aree demaniali siano abbandonate al loro destino, che non è quello determinato dalla natura, ma dall’incoscienza dell’uomo, mi turba profondamente, soprattutto quando, come in questo caso, a rimetterci è la salute dei bagnanti, più o meno ignari, tra cui numerosi bambini, e la reputazione della mia città agli occhi di residenti sempre più scoraggiati, amanti della natura delusi e turisti sgomenti. Inoltre, vorrei rispondere a quanti auspicano interventi di “bonifica” nell’area della foce del torrente, “uniformandola” alla spiaggia circostante con la ruspa, che proprio il canneto e la pregiata flora marina, tra cui nidificano specie di uccelli impensabili per la fin troppo urbanizzata Pescara (fratino, gallinella d’acqua, cannaiola, ecc.), sono il valore aggiunto da tutelare di questo tratto di litorale pescarese, residuo superstite del “mare di una volta”. Quindi, il mio invito è sì di ripulire l’area, ma dal pattume, dagli scarichi inquinanti e dai bivacchi notturni, non dalle sue peculiarità naturalistiche. La foce del torrente e la pinetina annessa potrebbero diventare un parco marino in miniatura, lustro di una città che troppo spesso si dimentica del binomio inscindibile tra salute e qualità dell’ambiente.

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