lunedì 5 settembre 2011

Orsi confidenti e uomini diffidenti

Articolo pubblicato il 2 settembre 2011 nella rubrica “Lettere al Direttore” del quotidiano Il Centro con il titolo “Orsi e bambini creature a rischio”.

Caro Direttore, resto sgomento di fronte alle ultime notizie che sembrerebbero attribuire la crisi demografica dell’entroterra abruzzese non al progressivo spopolamento della montagna per mancanza di prospettive di vita o per la crescita zero, ma alle incursioni diurne degli ultimi, rari esemplari di orsi marsicani, definiti orsi “confidenti” perché non temono di frequentare i paesi del Parco Nazionale d’Abruzzo, Lazio e Molise e zone limitrofe in cerca di cibo, costituendo una presunta minaccia per i bambini che giocano in strada o in giardino. A un’informazione più approfondita, emerge che il rischio per i fanciulli sia costituito dal loro entusiastico inseguimento dell’orso per fotografarlo o ammirarlo da vicino, in cui mostrano un atteggiamento “confidente” estraneo ai loro simili adulti che, invece, invocano interventi immediati per scongiurare il peggio. Ora, non potendo restare insensibile all’eventualità che accada l’eccezione alla regola (non esistono precedenti di attacchi dell’orso bruno marsicano all’uomo), non posso che augurarmi una soluzione pacifica al problema degli orsi confidenti per il bene della specie. Infatti, è facile intravedere lo scintillio di fucili e fiale di veleno dietro agli appelli a ente parco, corpo forestale e prefetto per porre fine alla “invasione” degli orsi, senza alcuna rassicurazione sulla priorità della salvaguardia dell’animale simbolo del PNALM e dello stesso Abruzzo. Ovviamente mi auguro di essere smentito.

Occorre ricordare che l’orso bruno marsicano è giunto a un momento critico della sua sopravvivenza, con una popolazione in natura inferiore ai cinquanta esemplari. La criminalizzazione degli orsi, animali onnivori e opportunisti, non può che evidenziare la carenza di una cultura di convivenza tra uomo e natura, tra uomo e orso, mentre si ripropone l’assurda logica antropocentrica per cui è lecito organizzare escursioni nel territorio dell’orso, ma si invoca il coprifuoco se è l’animale a ricambiare la “visita” non meno indesiderata, quando si potrebbe istituire un servizio di sorveglianza diurna e notturna nei paesi (nuovi posti di lavoro) per scongiurare ogni incidente. Invece, l’orso è considerato ancora un antagonista da scacciare, anziché una risorsa da difendere.

Comprendo la smania di quei ragazzini confidenti di immortalare l’orso confidente prima che adulti diffidenti, anziché insegnar loro a rispettare gli animali selvatici, consegnino per sempre quest’ultimo all’album dei ricordi, all’elenco infinito delle specie estinte, nella convinzione di essere i soli a regolare il creato. A proposito del rapporto bambini-orsi, il 25 agosto scorso un ragazzino è stato investito sulla strada statale 83 Marsicana mentre la percorreva in bicicletta, rimanendo seriamente ferito, non lontano dal posto in cui, il 3 maggio 2011, venne investita e uccisa un’orsa, dei cui tre cuccioli non si è saputo più nulla: dimostrazione di come orsi e bambini debbano guardarsi da nemici comuni.

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